Storia dell’OGI

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L’Orchestra Giovanile Italiana è nata nel 1980 da una felice intuizione di Piero Farulli. Presidente di svariate giurie di concorso per le orchestre italiane, si era reso conto dell’inadeguatezza della formazione professionale dei giovani musicisti neo-diplomati. Cogliendo l’opportunità di un bando emesso dagli organismi regionali in merito alla formazione professionale con fondi europei, Farulli ideò il primo percorso specifico per la formazione dei musicisti d’orchestra: l’impianto doveva basarsi sulla musica da camera, come strumento essenziale per imparare l’arte dell’ascolto reciproco.

Farulli ha tracciato le linee guida su cui si è sviluppato il più coerente progetto di formazione per musicisti d’orchestra degli ultimi trenta anni, chiamando a raccolta gli amici musicisti più competenti, dal Trio di Trieste a Roberto Michelucci, da Vinko Globokar al leggendario Franco Ferrara e alle storiche prime parti delle più importanti orchestre sinfoniche italiane, come Giuseppe Prencipe, Mario Ardito, Carlo Pozzi e Giacinto Caramia.
A Piero Bellugi, che per primo nel 1981 guidò alla Scala gli allievi del corso, si sono affiancate poi le più eminenti personalità del mondo musicale internazionale. Fra queste Riccardo Muti ha avuto un ruolo privilegiato, dirigendo la prima edizione dell’Orchestra Giovanile Italiana in un memorabile concerto per gli Amici della Musica di Perugia il 20 aprile 1985. Muti offrì gratuitamente la sua grande lezione musicale, e così ha continuato a fare per molti anni: ancora oggi invita regolarmente l’OGI ad unirsi all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini presso il Ravenna Festival per le produzioni con grande organico.

Carlo Maria Giulini ha unito fin dal 1992 il suo nome a quello dell’Orchestra Giovanile, dirigendo gratuitamente più e più volte i giovani musicisti in indimenticabili edizioni dell’Incompiuta di Schubert, della Prima di Brahms, della Pastorale di Beethoven. Anche Giuseppe Sinopoli è stato un grande amico dell’Orchestra, che ha guidato in programmi affascinanti e complessi come i Cinque pezzi per orchestra di Schönberg o l’Orfeo e il Tasso di Liszt.
Daniele Gatti, in un passaggio ideale del testimone, ha compiuto con l’OGI splendide tournée, mentre Gianandrea Noseda ha saputo far scaturire dai giovani artisti quanto di più vibrante e profondo ciascuno di loro aveva in sé.
Infine, il nome di Gabriele Ferro è saldamente legato alla storia dell’Orchestra, che ha guidato in splendide esecuzioni, dalla Scala a Berlino, da Buenos Aires a Santiago del Cile, con programmi di straordinaria raffinatezza ed intensità.

 

Registrazioni

1987 – Nuova Era
Salvatore Accardo, violino
Krzysztof Penderecki, direttore
Krzysztof Penderecki: Concerto per violino
Dmitri Shostakovich: Sinfonia n. 6 in re minore op. 54

1996 – Tring S.r.l.
György Győriványi Ráth, direttore
Gustav Mahler: Sinfonia n. 5

1999 – SMF edition
Carlo Maria Giulini, direttore
Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 6 op. 68 “Pastorale”

2001 – SMF edition
Lorenza Borrani, violino
Yury Ahronovitch, direttore
Felix Mendelssohn-Bartholdy: Concerto n. 2 per violino e orchestra in mi minore op. 64
Dmitri Shostakovich: Sinfonia n. 5 in re minore op. 47

2001 – Sargasso
Vinko Globokar, direttore
Vinko Globokar: Zlom

2002 – Stradivarius
Giuseppe Sinopoli, direttore
Felix Mendelssohn-Bartholdy: Le Ebridi
Arnold Schönberg: Cinque Pezzi per Orchestra op. 16
Goffredo Petrassi: Frammento
Franz Liszt: Orpheus
Franz Liszt: Tasso. Lamento e Trionfo

2004 – Classic Voice
Daniele Gatti, direttore
Richard Wagner: Incantesimo del Venerdì Santo (da Parsifal)
Gustav Mahler: Sinfonia n. 9 in Re Maggiore